Il Museo

La via Roma di ieri e di oggi prende vita grazie alle voci di Max Collini e Mara Redeghieri. Cuffie alle orecchie, i visitatori del museo di quartiere possono fare un salto nel tempo e incontrare il Popol Giòst, una comunità di indigenti solidali che parlava una lingua alla rovescia. Oppure immaginare gli anni ’80, in cui i tram passavano nei due sensi di marcia e gli studenti correvano sui loro Ciao smarmittati. Fino ai giorni nostri in cui si incontrano passato e futuro, le osterie ripopolano la via e le porte si aprono ai visitatori. 

La fotografa milanese durante la sua esposizione in un terrazzino

“Via Roma Zero” è un museo virtuale ma reale 

Via Roma ha una storia da raccontare ma anche un cuore che può essere ascoltato solo da vicino. Il museo di quartiere “Via Roma Zero” è accessibile soltanto a chi visita via Roma dal vivo e vuole connettersi davvero con lo spirito del luogo. Il sito del museo si trova infatti su un wi-fi dedicato, attivo sul posto, che non può essere consultato a distanza. In un’epoca in cui “tutto” si trova su internet, “Via Roma Zero” è un’esperienza di radicamento che invita ad aprire i sensi per sentire l’anima delle strade, delle case, della gente. 

Via Roma: un momento della rappresentazione “ViaRoma#Memoriedelsuolo” e preparazione di una installazione artistica.

“Via Roma Zero” è a portata di mano 

Entra nel wi-fi “Via Roma Zero”: lo smartphone si trasforma in un’audioguida per ascoltare la storia dei luoghi ma soprattutto delle persone, dei valori e dei progetti realizzati. L’accesso gratuito permette di visualizzare testi, gallery fotografiche, tracce audio che conducono alla scoperta dei luoghi e delle pratiche concrete di sostenibilità e coesione sociale. I proprietari del museo sono gli abitanti, che conservano la memoria con il proprio racconto. 

“Via Roma Zero” è un pezzo di storia

Letti da Max Collini e Mara Redeghieri, i testi audio di “Via Roma Zero” riportano alla luce episodio degli ultimi cento anni. Dalla resistenza antifascista ai furtarelli dei nullatenenti, dalla lotta per il lavoro alla demolizione del vecchio ospedale: il Novecento scorre nei vicoli di questo quartiere popolare dove i cittadini si sono inventati una lingua cifrata e la neve era una rara occasione di manovalanza. Il museo ci porta fino ai giorni nostri, di grande fermento e creatività: i festival, le residenze d’artista, l’accoglienza dei cittadini migranti e l’orto di quartiere sono altre piccole storie che si materializzano nell’audioguida, in una sorta di “cinema per le orecchie”

Una visitatrice mostra l’opera “Saluti da Via Roma” ideata e realizzata da Giuseppe Boiardi e Paola Santoro